Il suicidio francese di Éric Zemmour
Il saggio politico che ha scosso la Francia
I francesi hanno perso la fiducia in sé stessi. Hanno la sensazione che il loro paese abbia preso una strada sbagliata. Ma ancora non riescono a individuare le ragioni esatte che li hanno condotti a questo impasse. Quando si sono smarriti? Sono stati ingannati?
Éric Zemmour, giornalista, saggista e conduttore televisivo, ripercorre i quarant’anni che sono seguiti alla morte del generale de Gaulle, interrogando il mondo della politica ma anche dell’economia, della letteratura, del cinema e perfino della musica.
Gettando luce sui passaggi più decisivi, eppure trascurati, degli ultimi decenni, l’autore smaschera una successione di mistificazioni tecnocratiche, di «politica spettacolo» deleteria, di falsi dibattiti e menzogne, soprattutto su famiglia, immigrazione, globalizzazione e Europa, sottolineando in particolare la responsabilità delle élite in questo fiasco. Quarant’anni di indifferenza nei confronti dei veri «invisibili» della Repubblica (operai, agricoltori, impiegati e dirigenti «rurbani» spinti verso le grandi banlieue) hanno, con la crisi economica, generato un popolo ferito e perso.
Un’analisi senza tabù ancora rilevante, qui riproposta in una nuova edizione da Enrico Damiani Editore.
L’Autore
Éric Zemmour (1958) è stato editorialista di spicco del quotidiano Le Figaro ed è uno dei principali opinionisti radiofonici e televisivi francesi, conosciuto per il programma di attualità Face à l’info, sul canale CNews. Prolifico autore di saggistica storica e politica, oltre a Il suicidio francese, ha pubblicato Un quinquennat pour rien (Albin Michel, 2014), impietosa analisi della presidenza Hollande tradotta in italiano nel 2016 da Enrico Damiani Editore.