Tornanti e altri incantesimi è la storia di un viaggio in bicicletta che è anche un viaggio di iniziazione. Una costante ascesa (e discesa). Un’avventura di padri e figli. Tra fatica del corpo e divagazioni del pensiero, marmotte che fischiano e camosci che saltano, il racconto di due amici alle prese con un’epopea fatta di occhi, muscoli e passione. Con il naso all’insù.
48 ore, 7 cime, 2 biciclette: in due giorni vedremo un condensato di paesaggi completamente diversi – montagne, laghi, fiumi, ghiacciai, boschi – e parallelamente vivremo forse tutte le emozioni di una vita. Scoramento, euforia, incertezza, rabbia, depressione, sorpresa, paura. L’armamentario completo delle emozioni umane.
«Si chiama Les 7 Majeurs. Ed è un anello su e giù tra le Alpi Cozie e le cosiddette Alpi Marittime, lungo il confine occidentale tra Italia e Francia. Si tratta di un giro in cui, nell’arco di un tempo massimo di quarantotto ore, si è chiamati a scalare sette passi. Tutti abbondantemente sopra i duemila metri. In poche parole, significa pedalare, per due giorni consecutivi, letteralmente dall’alba al tramonto».
L’autore
Giacomo Pellizzari, una laurea in Filosofia, è copywriter, giornalista, scrittore. Ha 4 bici, 2 figli e una chitarra elettrica. Perde facilmente la testa per le salite over 2000. Pedalando ha scritto 6 libri: Ma chi te lo fa fare? Sogni e avventure di un ciclista sempre in salita (Fabbri 2014, BUR 2019), Il carattere del ciclista (UTET 2016), Storia e geografia del Giro d’Italia (UTET 2017), Gli italiani al Tour de France (UTET 2018), Generazione Peter Sagan (66thand2nd 2019) e Il ciclista curioso (Rizzoli 2020) insieme al CT della nazionale Davide Cassani. Per Enrico Damiani Editore ha pubblicato anche Itinerario Felice. Da Bergamo a Brescia lungo le strade di Gimondi (2023). È stato direttore editoriale di Bike Channel e collabora con numerose riviste, italiane e straniere, tra cui “Alvento”, “Cyclist”, “Peloton Magazine” e “Rouleur”. Sua la voce “Giro d’Italia” nel Libro dell’Anno Treccani 2017. Lo si può seguire sul suo blog ciclistapericoloso.com oppure sulle sue pagine Twitter (@ciclopericoloso) e Facebook.