Quando si contempla la vita si arricchisce di incontri e di relazioni con le persone, ma anche con i paesaggi, gli insetti, le piante, le mani di un artigiano o l’opera di un artista. Diviene una vita di amicizie, come narra la profonda intesa dell’autrice con il bambù.
A guidarla nel cammino, maestri cercati o incontrati come per caso, luminose costellazioni o fiori che sbocciano sul balcone, immagini e voci del sogno, versi di grandi poeti, esperienze dell’Essere che, come preziose briciole, segnano la via. E riportano a quello che veramente siamo.
«L’incontro con la natura mi riconduce sempre a me, a ciò che ancora non so e a ciò che, sapendo, non vivo pienamente».
Cosa significa contemplare? Significa vedere oltre ciò che si guarda, ascoltare oltre ciò che si ode, sentire oltre la sensazione che si prova. E, così facendo, fecondare il proprio mondo spirituale, attivare in sè il senso della propria appartenenza alla vita cosmica.
In Quando si contempla, memoir interiore e piccolo breviario di mindfulness naturale, Adriana Bonavia Giorgetti ripercorre la propria storia sub specie contemplationis dall’infanzia alla maturità, riconoscendo che la contemplazione può offrirsi spontaneamente – come quando, da bambina, si perdeva nei capelli di sua madre – e può pure venire consapevolmente coltivata come facoltà dello spirito in ogni fase della vita.
L’autrice
Adriana Bonavia Giorgetti ha studiato Economia, Pedagogia e Psicologia in università della Lombardia e del Piemonte. Per molto tempo ha condotto gruppi di ricerca su questi e altri argomenti. Da più di vent’anni, insieme al marito Ernesto Giorgetti, propone esperienze formative a contatto con la natura in una loro piccola cascina lombarda, a cui partecipano bambini, adolescenti e adulti.
Ha pubblicato con Ponte alle Grazie L’arte di coltivare l’orto e se stessi (2015) e Meditare dentro un platano (2016)