La fuga degli insonni di Michele della Rocca
Avventuroso, imprevedibile, divertente
Italia, 2043: la maggioranza della popolazione (punta dalle micidiali mosche Kisser) è ridotta allo stato di larve, mentre il corrotto Dipartimento Emergenze escogita soluzioni apocalittiche (nascoste in alcuni file).
Un gruppo sgangherato di sopravvissuti, braccati da militari ferocissimi dotati di armi micidiali, tenta la fuga verso il mare e la libertà. Dopo l’evasione dalla clinica e dopo aver rubato un camion-frigorifero comincia il viaggio picaresco dal centro di Roma — con alcune scene cruciali in luoghi deputati dell’immaginario (come il Museo Maxxi, nel frattempo divenuto una megadiscoteca) — per arrivare al Porto di Civitavecchia e imbarcarsi per la Sardegna, ancora incontaminata.
Un’epica avventurosa, nutrita di fantascienza e horror, incontra una metafora politica che riguarda anche la massa teleguidata e inerte della democrazia attuale. Orwell e videogiochi, Black Mirror e Zero Calcare, Crichton e Il signore degli anelli…
Un originale romanzo “civile” che ci propone uno sguardo satirico sul degrado del presente e si appella alla nostra capacità di restare “insonni”, di conservare cioè capacità di sdegno e intelligenza critica. Ogni lettore potrà assegnare alle pervasive mosche Kisser i connotati che vuole («Le Kisser sono la conseguenza, non la causa. Stava già andando tutto in malora prima»), ma sarà catturato dal ritmo trascinante della narrazione, sapientemente scandito sui tempi di una fiction televisiva.
L’arte di cavarsela in un futuro carico di minacce
L’autore
Michele della Rocca, ingegnere, è nato e lavora a Roma. La fuga degli insonni è il suo primo romanzo.