Il trasloco felice di Ludovica Amat non è per chi crede che delegare il proprio trasloco a qualcuno sia la soluzione ideale al dolore, o alla liberazione, che si prova separandosi dalla casa in cui si è vissuti fino a quel momento; questo libro è per chi vuole affrontare quel passaggio, inevitabilmente faticoso o drammatico, guardandolo in faccia e facendolo proprio, riconoscendo il valore rigenerativo che porta in sé, perfino nella situazione – usuale di questi tempi – in cui si migra in una casa un po’ più piccola, un po’ più lontana o un po’ più modesta della precedente.
Il trasloco è una di quelle esperienze fondative che non si possono ripetere, delegare, dimenticare. Una di quelle situazioni irripetibili che ci fa sentire sia minuscoli sia invincibili. Ludovica Amat, grande esperta di nomadismo, si offre come sapiente regista del nostro guado, intrecciando preziosi consigli a storie di piccoli e grandi traslocatori. Con lei scopriremo le regole d’oro per organizzare il tempo e lo spazio, per riempire lo scrigno dei nostri tesori, per imparare la “filosofia dello svuotamento” e compilare l’immancabile “quaderno di bordo”, per preparare la “borsa della sopravvivenza” e organizzare la “festa di ringraziamento”. E per declinare, ognuno al proprio meglio, la leggerezza dell’essere.
L’autrice
Ludovica Amat, cagliaritana di antica origine catalana trapiantata da cinquant’anni a Milano, si occupa di comunicazione d’impresa. Nel 1994 ha pubblicato La sindrome della Madonna, per la collana “Millelire” di Stampa Alternativa. Nel 2013, per Et/al edizioni, ha pubblicato Sessanta giorni e finiscono i soldi. Ha cambiato tredici case e quindici uffici. Se potesse, traslocherebbe ogni tre anni, per mettere radici in tutta la città, affezionarsi a ogni quartiere, riconoscersi “del posto” ovunque.