C’è qualcosa di sbagliato in Giovanni Ferraro. Da sempre.
La vita di Giovanni Ferraro, rancoroso e diligente liceale piemontese, scorre banale: i pochi amici, l’insofferenza per la provincia, le letture scolastiche, l’invadenza della madre, la prima cotta.
Se non fosse che semplici incidenti di percorso lasciano in lui ferite profonde, destinate a non guarire mai. Fra l’immaturità sentimentale e un’insoddisfazione profonda e velenosa, Giovanni si fa uomo – e marito, e padre – senza diventare mai adulto.
A raccontarlo una voce narrante che entra ed esce dalla storia scoprendosi dentro lo sguardo ora dell’uno, ora dell’altro personaggio, incrinando la superficie a prima vista ordinaria per lasciar trapelare abissi ben più vertiginosi.
Come il polpo con i suoi tre cuori, Giovanni si avviluppa intorno ai suoi tre grandi amori in un labirinto crudele, da cui non è possibile distogliere lo sguardo. Una raffinata narrazione che affronta senza paura l’orrore intrappolato nella “normalità”.