Quali libri italiani resteranno nel 2030, a darci conforto nell’anno in cui comincerà una piccola era glaciale? Abbiamo chiesto a 12 critici di indicarci le opere che formano un canone del presente, quelle cui si dà un valore particolare ed esemplare (si tratta di opere di narrativa con una sola escursione nella poesia), e poi, appena distaccato, abbiamo chiesto a un filosofo – il tredicesimo – di compiere la stessa operazione per la sua disciplina. Ne esce una selezione tendenziosa, a volte polemica, che comprende Tabucchi, Piperno, Pecoraro,Vinci, Saviano, Tedoldi e alcuni autori semisommersi, oltre a qualche affondo critico acuminato (su Ferrante e Lagioia). Un canone personalissimo, accanto ai mille altri che oggi si possono, legittimamente, ipotizzare. Un’idea forte di letteratura con cui confrontarci.
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